Il canto dell’oca


«Pensavo a come le storie, quelle nostre e quelle degli altri, ci sorprendono sempre, perché non sono mai come dovrebbero essere, non sono diritte come delle linee, ma si arrotolano come spirali, a volte senza né capo né coda, a volte come un eterno ritorno, ma sempre un poco diverso.»


L’incontro tra un uomo e una donna, in un luogo ricco di ricordi, dopo una lunga e tormentata relazione, è per lei l’occasione di ripercorrere gli anni trascorsi e raccontarsi la storia con le parole che non ha mai detto.

Ritornano lo sgomento della vita sottosopra, i momenti appassionati e quelli amari, i sogni e le emozioni, le difese alzate per salvarsi, le fughe; come storie dentro la storia, riemergono i ricordi di famiglia, la cartomante che vende illusioni, la collega di lavoro che racconta i fatti degli altri.

L’inaspettato ritrovamento di uno scritto della madre, da poco scomparsa, apre una porta sui segreti di un tempo e sembra indicare una possibile via d’uscita, addirittura una redenzione.

La storia si srotola tra passato e presente, verso un epilogo che può sembrare un inizio, ma è forse soltanto uno sguardo nuovo, il riconoscimento delle contraddizioni di ognuno, l’accettazione dell’imprevedibile come elemento vitale nelle storie degli uomini e delle donne.