«A Gioele sembrava di essere dentro a un brutto sogno; forse quel vegliardo lo stava prendendo in giro, forse era malvagio e voleva avvelenarlo, forse entrare nella sua casupola era stata una pessima idea dettata solo dalla paura.»

Gioele ha quasi dieci anni ed è piuttosto incline a pretendere le cose a modo suo, ad arrabbiarsi quando non ottiene ciò che vuole, a chiudersi alle esperienze e alle relazioni con gli altri se si presentano in modo diverso da come le avrebbe volute.
Il Regno di Libra è lo spazio dove si cade quando si perde l’equilibrio e qui ciascuno deve affrontare il suo viaggio per ritrovare ciò che ha smarrito; Gioele viene catapultato in questo luogo misterioso, dove la sua rabbia e la sua impazienza diventano un pericolo reale e dove è costretto a muoversi tra mille insidie, mentre gli amici che possono aiutarlo sono tipi strampalati, che dicono di essere i suoi Custodi: Stella, una bimba pallida con una stella d’oro in fronte, Mercurio, un ragazzino dalle braccia forti che si muove su una carrozzina che non conosce ostacoli, e Bull detto l’Animoso, un grosso cane biondo vestito come un bambino, capace di muoversi su due zampe e di parlare.
Gioele è piuttosto facile alla rabbia e, con sgomento, scopre che, nel Regno di Libra, ogni volta che dà in escandescenze, uno strano e indelebile rossore si allarga nel suo corpo, a partire dal piede sinistro; come se non bastasse, viene a sapere che la terribile Ulla Arruffata, una strega che solca i cieli col suo carro trainato da cani neri, può sentire la sua rabbia anche da lontano e, se il suo corpo diventerà tutto rosso, potrà farlo schiavo impedendogli per sempre di tornare a casa.
I Custodi accompagnano Gioele nel Bosco Saggio, dove, al cospetto delle querce della Corte di Giustizia, viene sottoposto a una sorta di processo, in cui, dopo un breve dibattimento, viene pesato dalla Sacra Libra, una grande bilancia d’oro a due piatti, che si muove sull’erba grazie a un tappeto di lumache: il verdetto è una nenia che tutto il bosco canta, una specie di filastrocca in rima che contiene una profezia per il suo ritorno a casa.
Seguendo la profezia, Gioele incontra luoghi e personaggi stravaganti: un orso che fa il medico e va in letargo fuori stagione, una gatta che si crede la regina di tutti i gatti e lo scaccia dalla sua reggia attraverso lo scarico della vasca da bagno, separandolo dai suoi Custodi; un vecchio quasi millenario che è stato un guerriero valoroso e adesso alleva le api, un minuscolo uccellino chiacchierone di nome Beccominuto, che conosce la geografia di quei luoghi e si addormenta sempre al tramonto.
Alla fine, dopo molte peripezie, seguendo la profezia, Gioele raggiunge la Torre Alata, una torre che il vento può portare via da un momento all’altro, in cui si trova l’Ufficio Oggetti Smarriti dove potrà recuperare ciò che ha perduto: la calma, la comprensione, la tolleranza, e dove la sua impazienza viene di nuovo messa alla prova dalla signorina Guardaunpò, la marmotta che gestisce l’Ufficio, che lo obbliga a una lunga attesa in una fila immaginaria.
Finalmente in possesso della fiala che contiene le sue virtù smarrite, Gioele, per salvarsi e ritornare a casa, deve raggiungere la Fontana Bianca. All’uscita dalla Torre Alata, ritrova con grande gioia i suoi Custodi, ma è ormai notte e si sta scatenando una terribile tempesta, mentre Ulla solca i cieli col suo carro e i suoi cani neri, cercando la sua preda, e il corpo del bambino è sempre più invaso dal malefico rossore.
Sotto il diluvio torrenziale, tra lampi e tuoni, i Custodi mettono in atto i loro incantesimi di protezione fatti di luce, mentre Gioele, in groppa a Bull che gli fa da cavalcatura, corre a perdifiato verso la Fontana Bianca per dare inizio alla sua guarigione; ma, quando il cane scarta di colpo, le mani gli scivolano sul pelo fradicio e cade rotolando a terra; si trascina allora a fatica nel fango per riprendere la fiala che gli è sfuggita e mano e, un attimo prima di essere afferrato dalla mano unghiuta della perfida Ulla…scopre che spesso realtà e fantasia possono giocare tra loro.
Alla fine dell’avventura, Gioele avrà fatto esperienza dell’amicizia e della solidarietà, avrà imparato a conoscere i suoi difetti e scoperto come tenerli a bada, avrà capito che le cose non sempre sono come sembrano e quanto conta davvero l’affetto di chi ci vuole bene.
“Gioele e il Regno di Libra” è un romanzo breve per la fascia di età a partire dai sette/otto anni; è un’avventura ricca di invenzioni fantastiche e una storia sulla conoscenza di sé e sulla relazione con gli altri e con il mondo.