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Quartetto per voci soliste

«Allora, mi aggrapperò a ciò che più somiglia agli anni perduti e cercherò l’amore anche dove non c’è, pur di ingannare il tempo che fugge, pur di ingannare, in fondo, anche la morte.»

Sembra tutto chiaro, addirittura scontato; invece è solo un punto di vista: perché niente è davvero come sembra. Quattro personaggi, le cui vite compongono lo stesso racconto corale, narrano invece storie diverse e recitano i loro copioni come se fossero assoli. Ciascuno interpreta il proprio ruolo senza riuscire a vedere e a sentire gli altri veramente, ma basta cambiare prospettiva per scoprire subito qualcosa di diverso: del resto la verità esiste soltanto se la osserviamo da un’unica angolazione.

Tutti i personaggi remano con fatica per non affondare, portando avanti le proprie ragioni e i propri desideri, ma anche le paure e le fragilità nascoste, come segreti inconfessabili, dietro immagini di facciata.

In questa traversata in solitaria nessuno si salverà completamente; ostacolati dal peso del passato, tutti proveranno a difendersi indossando la maschera del presente.

Le vicende nascoste, i segreti che man mano verranno alla luce, saranno solo visioni laterali, perché ogni voce aggiungerà un’altra prospettiva, come in un gioco di specchi dove tutto si deforma, rimanendo inafferrabile.

Sullo sfondo resterà l’inquietudine di non poter davvero conoscere l’altro, o di non volerlo svelare fino in fondo, oltre all’impossibilità di affidarsi a quell’apparenza inconsistente che ci illudiamo di chiamare realtà.


Il canto dell’oca

«Pensavo a come le storie, quelle nostre e quelle degli altri, ci sorprendono sempre, perché non sono mai come dovrebbero essere, non sono diritte come delle linee, ma si arrotolano come spirali, a volte senza né capo né coda, a volte come un eterno ritorno, ma sempre un poco diverso.»

L’incontro tra un uomo e una donna, in un luogo ricco di ricordi, dopo una lunga e tormentata relazione, è per lei l’occasione di ripercorrere gli anni trascorsi e raccontarsi la storia con le parole che non ha mai detto.

Ritornano lo sgomento della vita sottosopra, i momenti appassionati e quelli amari, i sogni e le emozioni, le difese alzate per salvarsi, le fughe; come storie dentro la storia, riemergono i ricordi di famiglia, la cartomante che vende illusioni, la collega di lavoro che racconta i fatti degli altri.

L’inaspettato ritrovamento di uno scritto della madre, da poco scomparsa, apre una porta sui segreti di un tempo e sembra indicare una possibile via d’uscita, addirittura una redenzione.

La storia si srotola tra passato e presente, verso un epilogo che può sembrare un inizio, ma è forse soltanto uno sguardo nuovo, il riconoscimento delle contraddizioni di ognuno, l’accettazione dell’imprevedibile come elemento vitale nelle storie degli uomini e delle donne.