Recensione


Una narrativa viscerale che emoziona: recensione del libro “Quartetto per voci soliste”
di Flavia Giovanardi

Di Maria Laura Zazza

“Quartetto per voci soliste” è l’ultimo romanzo di Flavia Giovanardi edito dalla casa editrice LuoghInteriori e pubblicato a maggio 2022. Flavia, già autrice de “Il canto dell’oca”, in questa seconda opera narra le vicende di una famiglia al cui interno si celano segreti inconfessabili, un passato difficile, relazioni affettive e extraconiugali intricate che gravitano sulle vite i tutti.

Il libro è diviso in capitoli in cui si alternano le voci dei quattro protagonisti Alba, Stefano, Lara e Fabrizio, i quali da prospettive diverse tessono la trama di un unico racconto corale. La suddivisione stessa dell’opera si fa metafora del messaggio che il libro contiene, quello dell’incomunicabilità fra diverse realtà che viaggiano parallele sulla traiettoria di un’unica storia, senza mai incontrarsi.

Lungo il corso degli eventi, ciascun protagonista resterà chiuso nella fortezza solitaria dei propri pensieri, dei turbamenti, degli sfoghi interiori e esteriori, incapace di ascoltare e comprendere veramente l’altro. Una narrazione che mette a fuoco come ciò che siamo abituati a chiamare realtà altro non sia che la costellazione di molteplici interiorità, spesso celate da maschere di sopravvivenza che ostacolano le relazioni e rendono impenetrabili gli uni agli altri.

Lo stile narrativo di Flavia è ricercato e asciutto, entra in profondità grazie a un linguaggio fatto di emozioni, passioni, rabbia e solitudine. Uno stile viscerale che trasmette quello che realmente sono le relazioni e la vita. La letteratura di Flavia Giovanardi è autentica, sa restituire la complessa “normalità” del quotidiano attraverso un linguaggio sobrio, privo di virtuosismi, capace di cogliere le zone d’ombra dell’animo umano e della vita. Quartetto per voci soliste è un romanzo in cui ciascuno può ritrovare una parte di sé, e che potremmo definire “universale” per le tematiche contenute.

Un personaggio che ti entra dentro disarmandoti è Lara, figlia disincantata e adolescente ribelle che soffre nel suo essere invisibile ai genitori, sordi alle sue urla interiori, troppo presi a risolvere i loro problemi e a nascondersi dietro maschere ogni volta diverse. Lara è un personaggio che odia l’ipocrisia degli adulti, le loro menzogne: la sua voce emerge con forza in un climax di tensione e spregiudicatezza sempre più intenso, fino a un epilogo inatteso che scuoterà l’anima del lettore.

Attraverso questo personaggio la scrittrice riesce a trasmettere l’idea totalizzante e claustrofobica dell’incomunicabilità fra le parti in gioco e l’esito disastroso che può comportare la trasformazione di un’interiorità ferita in divenire, come lo è quella di un adolescente.

Flavia Giovanardi, di fronte a un mare in tempesta di emozioni e sofferenze, riesce tuttavia a non lasciare che il lettore si abbandoni a giudizi affrettati, piuttosto invita alla loro sospensione. Tale aspetto è rafforzato dalla scelta narrativa di “lasciar parlare” i personaggi permettendo a chi legge di identificarsi e comprendere, di volta in volta, i motivi profondi delle scelte e dei comportamenti che li animano. Ci si rende conto allora che non si tratta di capire cosa sia “giusto” o “sbagliato” ma di comprendere gli esseri umani alle prese con se stessi, con i sentimenti e i disagi interiori. Il coinvolgimento che questo libro riesce a creare è veramente alto e tocca l’emotività con uno stile potente e realistico.

“Quartetto per voci soliste” è un romanzo da non perdere per la narrazione raffinata e diretta, per una storia che fa comprendere l’importanza dell’ascolto e dell’accettazione, del fatto che il proprio sguardo sulle cose non sia sempre e solo l’unico possibile. Al lettore viene restituito un quadro frammentario in cui si imprime la certezza che la realtà sia molteplice, e credere nella sua unicità sia invece semplicemente un’illusione.

Da “Quartetto per voci soliste” capiamo l’importanza di condividere le fragilità e di accogliere quelle altrui, per salvare noi, per salvare gli altri, e per smettere di indossare delle maschere che conducono solo a un’incomunicabile e devastante solitudine.

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